domenica 1 febbraio 2015

Il disobbedire al padre e alla madre


بِسْمِ اللَّهِ الرَّحْمَـنِ الرَّحِيمِ

Nel nome di Allah , il Clemente , il Misericordioso

Il disobbedire al padre e alla madre

Allàh -l'Altissimo- dice:
Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se
uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te non dir loro "uff!" e non li
rimproverare ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza
e di': «O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei,
allevandomi quand'ero piccolo». 

Corano
XVII: al-Isrà, 23-24.

Queste ayat significano che non bisogna essere infastiditi dalla presenza dei genitori, quando sono ormai
molto anziani. Di contro, bisogna servirli come fecero loro quando eri ancora piccolo, sebbene il merito
ritorni a chi prese l'iniziativa. Allora, com'è possibile uguagliarli? Sapendo che essi sopportarono tutto per
assicurarti la vita, e tu [chiediti] se avessi da sopportare il loro decadimento senile, spereresti la loro morte?
Allàh -l'Altissimo- dice anche:

… «Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me».

Corano XXXI. Luqmân,

Ti rendi conto di come Allàh -gloria a Lui l'Altissimo- ha legato strettamente i due doveri di riconoscenza: il
primo verso di Lui ed il secondo verso i genitori.

Ibn Abbas disse, a questo proposito: «Ci sono [nel Sublime Corano] tre versetti che sono stati rivelati e legati
l'uno all'altro: il primo:

 Obbedite ad Allàh e al Messaggero … Corano V. al-Mà-ida, 92; 

l'opera di colui che
obbedisce ad Allàh, ma disobbedisce al Profeta, non sarà accettata.
Il secondo: 

… eseguite la salàt, versate la zakàt … 

Corano LVIII al-Mujâdala, 13;

 l'azione di quello che
assolve la salàt, ma non fa la zakàt, non sarà più accettata.

Il terzo:


 … Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori... 

Corano XXXI. Luqmân, 14;

l'azione di chi è riconoscente verso Allàh, ma non verso i genitori, non sarà più accettata. Per questo il Profeta -pace e
benedizioni su di lui- disse: "Il compiacimento di Allàh non sarà certo, se non in seguito alla soddisfazione
dei genitori e la collera di Allàh si manifesta quando non si sono soddisfatti i genitori"».

Ibn 'Umar riferì: «Un uomo andò a trovare il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- affinché gli
permettesse di partecipare al jihad. "Tuo padre e tua madre – gli disse (PACE E BENEDIZIONI SU DI LUI) – sono ancora vivi?", "Sì",rispose l'uomo. Il Profeta PACE E BENEDIZIONI SU DI LUIriprese: "Sii buono con loro, ecco il tuo jihad!"». Pensa allora a come il Profeta
(PACE E BENEDIZIONI SU DI LUI) preferì il buon comportamento verso padre e madre al combattimento sulla Via di Allàh.

Da al-Bukhari e Muslim, l'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di lui- disse: «Volete che vi dica quali
sono i peccati capitali? Sono lo shirk e la disobbedienza ai genitori». Ecco come IL PROFETA(PACE E BENEDIZIONI SU DI LUI) legò il cattivo comportamento verso i genitori ed il disobbedire loro con lo shirk. Disse anche: «Non entrerà mai in
Paradiso: quello che disobbedisce ai genitori, quello che rinfaccia un suo dono ed il bevitore di vino
perseverante».

Il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- disse: «Se Allàh avesse conosciuto un termine più
malvagio di "uff", l'avrebbe proibito. Colui che disobbedisce ai genitori, faccia pure ciò che vuole, perché
non entrerà più in Paradiso. Quanto a chi è buono con il padre e la madre, faccia ciò che vuole, perché
non entrerà nell'Inferno», riportato da ad-Dailami.

Il Profeta -pace e benedizioni su di lui- disse: «Che Allàh maledica chi disobbedisce al padre e alla madre».
Disse anche (PACE E BENEDIZIONI SU DI LUI): «Che Allàh maledica chi insulta suo padre. Che Allàh maledica chi ingiuria sua madre», riportato da Ibn Hibban.

Da al-Hakim, il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- disse: «Allàh differisce, come vuole, al
Giorno della Resurrezione la punizione dell'autore di gravi peccati, ad eccezione della disobbedienza ai
genitori, perché Egli anticipa per lui la punizione [già in questo mondo]».

Ka'b al-Ahbar disse: «Allàh Gloria a Lui L'Altissimo affretta la morte dell'uomo che non è buono con i genitori, affinché, nello
stesso modo, gli si avvicini il castigo. D'altronde, Allàh concede lunga vita a chi è buono con padre e madre,
per permettergli di acquisire più bontà e beni. Un modo di comportarsi bene con i genitori è spendere per
essi, se si trovano nel bisogno. Un uomo andò dal Profeta -pace e benedizioni su di lui- e gli disse: «O Inviato
di Allàh! Mio padre vuol disporre del mio denaro?», «Tu ed il tuo denaro appartenete a tuo padre», gli
rispose.Un giorno fu chiesto a Ka'b al-Ahbar in merito alla disobbedienza nei confronti del padre e della madre,
"Com'è?". Rispose: «Se essi giurano su di lui, egli non li disimpegna, se essi gli ordinano, egli disobbedisce,
se gli domandano qualcosa, egli non gliela dà, e se gli confidano una cosa, egli li tradisce».
Domandarono ad Ibn Abbas a proposito dell'A'ràf e chi fossero gli uomini dell'A'ràf. Rispose: «L'A'ràf è una
montagna che si trova tra il Paradiso e l'Inferno, così chiamata perché domina il Paradiso e l'Inferno. Vi si
trovano alberi, frutti, fiumi e fonti. Gli uomini che saranno lì [nel Giorno della Resurrezione] sono coloro che
partirono per combattere sulla Via di Allàh senza il permesso dei loro genitori. Questa morte per la causa di
Allàh li preserva dall'entrare nell'Inferno, ma la disobbedienza ai genitori impedisce loro di entrare in
Paradiso. Resteranno così, sull'A'ràf finché Allàh decide del loro caso».

Al-Bukhari e Muslim riportarono che un uomo andò a trovare l'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di luie
gli disse: «O Messaggero di Allàh, qual è la persona che ha più diritto alla mia amorevole compagnia?», gli
rispose: «Tua madre», «E poi?» chiese l'uomo, «Tua madre», gli rispose di nuovo. »E dopo?», «Tua madre».
»E dopo?», «Tuo padre ed, infine il più vicino». Si nota che il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in
gloria- accordò questo merito per tre volte alla madre, ed una sola volta al padre, perché la fatica che la
madre ha sopportato è più grande, portando [in grembo] il suo bambino, mettendolo al mondo, allattandolo
e vegliandolo la notte.

Ibn 'Umar (che Allah sia soddisfatto di lui) vide, durante il pellegrinaggio, un uomo portare sua madre sulle spalle mentre girava attorno alla Ka'ba. Quello gli chiese: «Ibn 'Umar, ho ben ricompensato mia madre?», rispose: «Nemmeno per quella
sola volta quando stava per partorirti! Ma hai fatto bene lo stesso, e Allàh ti ricompenserà assai per il minimo
[di questi obblighi]».

Abu Hurayrah -che Allàh sia soddisfatto di lui- riferì che l'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di luidisse:
«Ci sono quattro persone che Allàh non farà entrare in Paradiso e ai quali non farà gustare le sue
delizie: un bevitore di vino perseverante, chi vive di usura, chi si appropria ingiustamente dei beni di un
orfano e quello che disobbedisce al padre e alla madre, a meno che questi quattro non si pentano». E disse
anche (pace e benedizioni su di lui): «Il Paradiso è sotto i piedi delle madri».

Un uomo andò a trovare Abu ad-Darda' e gli disse: «Abu ad-Darda'! Ho sposato una donna e mia madre mi
ordina di congedarla». Gli rispose: «Sentii l'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di lui- dire: "Il padre è la
migliore porta del Paradiso, se tu vuoi, potrai conservarla o perderla"».

Il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- disse: «Tre invocazioni saranno sicuramente esaudite: la
supplica dell'oppresso, l'invocazione del viaggiatore e l'invocazione del padre contro il proprio figlio».

Disse anche il Profeta (pace e benedizioni su di lui): «La zia materna sostituisce la madre», significa che si deve trattarla con bontà, onorarla,
conservare il legame con lei e comportarsi bene nei suoi confronti.

Wahb Ibn Munabbeh disse: «Allàh -l'Altissimo- rivelò a Mosè: "Mosè! Rispetta i tuoi genitori, perché a colui
che rispetta i propri genitori, accorderò lunga vita ed un figlio che lo rispetterà. Ma per colui che
disobbedisce ai genitori fisserò una vita breve e gli darò un figlio che non lo rispetterà"».

Abu Bakr Abi Maryam disse: «Ho letto nella Torâh: "chi picchia suo padre deve essere ucciso"».

Amr Ibn Murra Aj-Jahani riferì: «Un uomo andò dal Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- e gli
disse: "Inviato di Allàh, quale sarà la mia ricompensa se assolvo l'obbligo delle cinque preghiere, digiuno il
Ramadan, verso la zakàt e compio il pellegrinaggio?". Gli rispose IL PROFETA (PACE E BENEDIZIONI SU DI LUI): "Chiunque faccia ciò sarà con i Profeti, i giusti, i martiri ed i virtuosi, a meno che sia ingrato e cattivo con suo padre e sua madre"».

Il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- disse: «La notte che feci al-'Isrâ' [il Viaggio Notturno],
vidi delle persone appese a colonne in fiamme. Chiesi a Gibril: "Chi sono quelli?" – mi rispose: "Sono
coloro che insultarono i loro genitori nella vita terrena"».

Si tramanda che nella tomba di colui che ingiuria i genitori, saranno fatte scendere braci incandescenti nella
stessa quantità delle gocce di pioggia che cadono dal cielo. Così come si riporta che quando viene sotterrato
un uomo che disobbedisce al padre e alla madre, le pareti della tomba si restringono al punto che le costole
di quest'uomo si intrecciano, e che quelli che subiranno il castigo più doloroso nel Giorno della Resurrezione
sono tre: il politeista, il fornicatore e quello che disobbedisce ai genitori.

Bishr disse: «L'uomo che è vicino a sua madre e le obbedisce, sarà migliore di quello che combatte sulla Via
di Allàh, e se la guarda [con compassione] questa sarà la migliore delle opere. Un uomo ed una donna si
recarono dall'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di lui- discutendo a proposito del figlio. L'uomo disse:
"O Inviato di Allàh! questo bimbo viene dai miei reni!". La donna affermò, a sua volta: "O Inviato di Allàh!
Egli l'ha portato solo quando era un fardello leggerissimo [una goccia di sperma] e l'ha fatto spinto dal
desiderio della carne. Quanto a me, l'ho portato con sofferenza e l'ho allattato per due interi anni". Il
Messaggero di Allàh -pace e benedizioni su di lui- ordinò che il bambino fosse consegnato a sua madre».

Un avvertimento
Tu che hai trascurato il più certo dei diritti, preferito disobbedire piuttosto che obbedire ai genitori, e
mostrarti incurante verso i doveri, sappi che la bontà nei confronti dei genitori è un debito e tu ti occupi di
esso seguendo la via del disonore.

Presumi di entrare in Paradiso, dato che esso è ai piedi di tua madre che ti portò nel suo ventre per nove
mesi che sembrarono essere nove anni. Ella soffrì tanto da deperire quando ti partorì. Ti nutrì dal suo seno,
si privò del sonno per vegliarti, e con la sua mano destra ti sbarazzò da ogni tua sporcizia. Ti preferì a se
stessa nutrendoti, ti offrì tutta la sua bontà ed i suoi doni. Quando eri colpito da un qualsiasi male ella si
disperava, piangeva angosciata, spendeva tutto il suo avere per ogni sorta di medicina e, se gliene avessero
dato la possibilità, avrebbe sacrificato la sua persona per te e reclamato la tua vita a gran voce.
Quante volte l'hai trattata male ed ella, al contrario, ti ha augurato la riuscita in privato ed in pubblico.
Quando ha raggiunto una certa età ed ha avuto bisogno di te, l'hai abbandonata come una cosa senza
importanza. Tu eri sazio quando era affamata, ti eri dissetato e lei si mostrava soddisfatta.
Nella tua generosità hai preferito tua moglie ed i tuoi figli a lei, hai manifestato la tua ingratitudine in
cambio delle sofferenze che ella sopportò per allevarti. Hai trovato penoso prenderti cura della sua
vecchiaia, sebbene si tratti di una cosa molto naturale, e hai constatato che la sua longevità ti è sembrata
durare a lungo, quando non è che assai breve.

L'hai evitata, ed ecco che il tuo Signore ti vieta di lamentarti
della sua presenza e con calma ti ammonisce che sarai castigato nella vita terrena con l'ingratitudine della
tua discendenza e nella vita futura con la separazione dal Signore dei mondi: Allàh (Gloria a Lui L'Altissimo) ti avverte e ti
minaccia con queste parole:

[Questo castigo] in compenso di quello che le vostre mani hanno commesso!». In verità Allàh
non è ingiusto con i Suoi schiavi. 

Corano VIII. al-Anfàl, 51.

Si racconta che al tempo del Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- visse un uomo di nome
'Alqamah che si dedicava moltissimo all'adorazione di Allàh (azza wa jall) pregando, digiunando e facendo
elemosine. Un giorno cadde gravemente malato. Sua moglie fece sapere all'Inviato di Allàh -pace e
benedizioni su di lui- del suo stato, dicendo: «Mio marito 'Alqamah è agonizzante, desidero tu lo sappia».
Il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- incaricò Ammar, Su'ayb e Bilal di andare da 'Alqamah e
disse loro: «Andate a vederlo e fate in modo di fargli pronunciare l'attestazione dell'Unicità di Allàh».
Arrivati da lui lo trovarono sul punto di esalare l'ultimo respiro. Lo incitarono a testimoniare che non c'è
altro dio all'infuori di Allàh, ma la sua lingua non poté pronunciare la shaadah.

Lo fecero sapere all'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di lui. Questi chiese se uno dei suoi genitori fosse
ancora vivo, gli venne risposto: «O Profeta! Non ha che una madre molto anziana». Le inviò un messaggero
dicendogli: «Se lei può venire da me che lo faccia, se no resti in casa che andrò io stesso a trovarla».
L'inviato andò, le riferì le parole del Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria. Ella gli rispose: «Che io
sacrifichi la mia anima per lui. Non è me che deve vedere».

Andò dal Profeta (pace e benedizioni su di lui), appoggiandosi al suo bastone. Lo salutò ed egli, a sua volta, le rese il saluto. Le
disse: «Madre di 'Alqamah, devi essere sincera con me, altrimenti potrebbe scendere su di me la
rivelazione. Dimmi com'è la vita di tuo figlio?».
«O Inviato di Allàh – rispose lei – non smette di pregare, digiunare e fare elemosine!».
«E tu? – replicò il Profeta (pace e benedizioni su di lui) – com'è il tuo atteggiamento nei suoi confronti?».
«O Messaggero di Allàh, sono irritata con lui!»
«Per quale ragione?»,
«Mi preferisce sua moglie e mi disobbedisce».
Allora il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- disse ai suoi compagni: «La collera di Umm
'Alqamah ha impedito a suo figlio di pronunciare la professione di fede», poi, rivolgendosi a Bilal: «Bilal,
va' a cercare per me una grande fascina di legna».
«O Inviato di Allàh, - si domandò ella – che cosa vuoi farne?»,
«Bruciare tuo figlio – le rispose – davanti a te».
Ella gridò: «Messaggero di Allàh! Il mio cuore non può sopportare di vedere mio figlio che brucia davanti a
me».
«Umm 'Alqamah, il castigo di Allàh è ancora più terribile e dura a lungo. Se vuoi che Allàh lo perdoni, sii
soddisfatta di lui, perché, per Colui che tiene la mia anima nelle Sue mani, né le preghiere di 'Alqamah,
né il suo digiuno, né le sue elemosine gli serviranno finché tu sarai irritata con tuo figlio».
«O Inviato di Allàh, - rispose lei – io prendo Allàh -l'Altissimo, i Suoi angeli e tutti i musulmani presenti,
come testimoni che io sono soddisfatta di mio figlio 'Alqamah».

A quel punto, il Profeta -pace e benedizioni su di lui- disse a Bilal: «Va' a vedere se 'Alqamah può
testimoniare che non esiste altro dio che Allàh, oppure no. Potrebbe essere che la madre di 'Alqamah non
abbia fatto sinceramente la sua dichiarazione, ma abbia avuto vergogna di me».
Quando Bilal fu nei pressi della casa di 'Alqamah, lo intese dire: «Testimonio che non c'è altra divinità
all'infuori di Allàh!».

Bilal entrò e disse: «Gente! Il malcontento di Umm 'Alqamah ha legato la lingua di 'Alqamah, impedendogli
di pronunciare la professione di fede, finché la sua soddisfazione l'ha sciolta».

Lo stesso giorno 'Alqamah morì. Il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- arrivò, diede l'ordine di
lavarlo, seppellirlo, recitò la 'preghiera del morto' ed assistette alla sua sepoltura. Poi, vicino alla sua tomba,
esortò gli uomini dicendo loro: «Emigrati e Sostenitori! L'uomo che preferisce sua moglie a sua madre,
Allàh lo maledice, così come gli angeli ed il mondo intero. Allàh non accetterà da lui alcuna opera pia, né
altre supererogatorie, a meno che si penta e torni ad Allàh -a Lui tutta la Lode, non c'è altra potenza che la
Sua».

Così spetta all'uomo di essere buono nei confronti [della propria madre] e cercare la sua soddisfazione,
perché non può ottenere il compiacimento di Allàh senza il suo, e la collera di Allàh proviene da quella della
madre.

da KITÀB AL KABAÌR
di Mohammad Ibn Ahmed Ibn Osman Az-Zahabi
traduzione e adattamento a cura di
Abu & 'Umm ad-Dahdàh

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